lunedì 27 febbraio 2017

Intervista a Marco Francescutto

Un paio di settimane fa avevamo parlato del nascente gruppo di Sitting Volley che si avvierà il prossimo primo Marzo presso la palestra di Via Vesalio a Pordenone. Siamo andati a fare quattro chiacchiere con Marco Francescutto, il 34enne zoppolano che gestirà gli incontri di questo neonato gruppo. Marco gioca a Breda di Piave ed è l'unico friulano a far parte della Nazionale Italiana di Sitting Volley

Come ti sei avvicinato al Sitting Volley?
Ho giocato a pallavolo a S. Vito. Poi a 20 anni la diagnosi di sclerosi multipla ha fatto si che non potessi più praticare sport e quindi ho privilegiato lo studio. Il sitting volley l'ho scoperto guardando la tv grazie alle Paralimpiadi, prima di Londra e poi di Rio. Ho iniziato a cercare informazioni in rete per vedere se fosse possibile praticarlo in zona. Per fortuna nel 2016 ho conosciuto Eugenio Borgo che mi ha invitato a provare la disciplina a Bagnaria Arsa. Abbiamo fatto una dimostrazione in Villa Manin assieme ai bambini del minivolley. Dopo poche settimane ho conosciuto Nadia Bala (che è l'atleta più rappresentativa del Sitting in Italia) e sono stato convocato ad un raduno della Nazionale

Cosa ti piace di questa disciplina?
Io amo la pallavolo e l'agonismo. Sono cresciuto ammirando la Generazione dei Fenomeni: Bernardi, Zorzi, Cantagalli. Ma il sitting volley è molto di più: è anche una grande opportunità di socializzazione e per questa ragione vorrei farlo conoscere a più persone possibile

Com'è la situazione nella nostra zona?
Ci sono poche squadre: un gruppo a Bagnaria e una squadra più strutturata a Breda di Piave, dove mi alleno e gioco. Il campionato è fatto a concentramenti nei quali uniamo le squadre per vicinanza. In Veneto c'è Rovigo, poi bisogna spostarsi fino in Trentino o in Emilia Romagna. Ci sono parecchi centri anche nel Sud Italia e infatti quasi i raduni della nazionale vengono svolti al Sud

A proposito di Nazionale: ci racconti le emozioni dell'Azzurro
I raduni sono impegnativi sia fisicamente che mentalmente e, di solito, durano dal venerdì alla domenica, con doppie sedute. Ricordo la mia prima partita, a Torchiara, vicino a Salerno, come faticosissima: giocavo con ragazzi molto più esperti di me, io ero fuori allenamento e avevo iniziato da pochissimo. Però sentire l'inno e rappresentare l'Italia da un'emozione speciale. La prima partita che sento di aver giocato veramente con consapevolezza è stata a Rotonda in Basilicata. Un triangolare contro Egitto e Georgia. Negli altri paesi il Sitting Volley è praticato da molto tempo, mentre in Italia è uno sport giovane, visto che è “nato” nel 2013. Ho partecipato a tornei internazionali. L'ultimo è stato il Grand Prix di Wroclaw, in Polonia. Oltre ad aver perso per 3-2 contro la “solita” Georgia (che è un po' la nostra bestia nera, ma che ci impegneremo a battere!) posso dire di aver preso parte alla prima, storica, vittoria internazionale della nostra nazionale contro la squadra polacca del Legnica.
L'allenatore della Nazionale è Lele Fracascia che ha giocato ed allenato per tanti anni in A1, e che è passato come atleta nel Sitting. Grazie a lui abbiamo potuto giocare anche con Roberto Masciarelli (che della Generazione dei Fenomeni ha fatto parte integrante, vincendo Europei dell'89 e Mondiale del '90 e che è tornato “eleggibile” per il Sitting “grazie” a due protesi d'anca ) e Amauri Ribeiro, responsabile del Sitting Brasiliano. Tutti questi campioni hanno giocato per anni a Falconara con Fracascia

Il tuo obiettivo come atleta?
Il sogno per il quale sto lavorando è Tokio 2020. Ma prima vorrei godermi e far bene anche negli eventi internazionali intermedi. A novembre, ad esempio, ci saranno gli Europei a Parenzo

Come affronti l'impegno a Pordenone come istruttore?
Carico di entusiasmo. Spero venga tanta gente e soprattutto che abbia voglia di tornare. Vogliamo allargare la base coinvolgendo persone che vogliano fare sport e stare assieme

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